Come sapete qualche giorno fa un incendio ha devastato buona parte del nostro orto lasciandoci nel dubbio sulle sue possibili cause.
La prima preoccupazione è stata ovviamente quella di mettere in sicurezza la zona interessata, quella del container e del pergolato ombreggiante che per diverse ore dopo l’intervento dei vigili del fuoco ha continuato a esalare fumo.
È comprensibile quindi che tutta la nostra attenzione, nella concitazione del momento, fosse concentrata nella zona maggiormente colpita e solo ieri mattina abbiamo avuto modo di fare un sopralluogo approfondito nel resto del campo che misura mezzo ettaro.
Con grande sorpresa abbiamo notato in mezzo a una delle prose coltivate, i resti carbonizzati di un cestino di vimini e di una cassetta di legno, come se qualcuno avesse cercato di usarli per appiccare il fuoco anche in quella zona e distruggere il raccolto, forse ipotizzando che il telo pacciamante avrebbe propagato le fiamme, cosa che fortunatamente non è accaduta.
È impossibile descrivere a parole il dolore e il rammarico di fronte all’idea che qualcuno possa davvero avere intenzionalmente dato fuoco al nostro sogno.
Eppure i resti di quel cesto e di quella cassetta sembrano raccontare cinicamente la dolorosa storia di un odio che vuole ricoprire di cenere anni di passione e sacrificio.
Passione e sacrificio di un’associazione che, nata nel 2015, ha saputo unire tantissime persone che credono in un mondo migliore, riuscendo a trasformare un cumulo di macerie in un terreno fertile su cui, accanto a splendide e buonissime verdure, sono germogliati moltissimi progetti per la comunità.
Dagli apprezzatissimi campi estivi alle collaborazioni con i ragazzi di Casa Filippide, dagli orti didattici nelle scuole ai corsi di agricoltura naturale in collaborazione con la Lente Onlus.
Abbiamo accolto i ciclisti di Ortoinciclo e i tanti studenti della scuola di Agriecologia in Martesana, un progetto in collaborazione con Manitese .
E poi ci sono i mille mercatini, le tante giornate passate insieme a prenderci cura del nostro spazio, le risate, la fatica, la gioia dello stare bene insieme a raccontarci la storia bella di un futuro possibile più equo e sostenibile.
È questo ciò che quell’insensato gesto di odio ha cercato di distruggere.
Un odio che oggi ha segnato il suo punto.
Salgono davvero le lacrime agli occhi e la rabbia offusca i pensieri e fa quasi temere che l’odio possa vincere.
Eppure, proprio in queste ore terribili, sono arrivati, uno dopo l’altro.
Decine prima, poi centinaia.
Un susseguirsi incessante e commovente, incredibilmente commovente, di messaggi di affetto, di braccia aperte, di mani tese e di abbracci.
Un’incontenibile valanga di amore che seppellisce e ridicolizza quell’unico insensato gesto d’odio.
Un amore che ci dà la forza di ripartire e la certezza che domani saremo ancora più belli e più forti di prima!
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PS:
Per i molti che ci hanno chiesto come dare una mano a ripartire, presto partiremo con una raccolta per i fondi necessari alla bonifica della zona incendiata e alla ripartenza delle nostre attività: stay tuned!
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